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Accolta la richiesta avanzata più volte da Confartigianato di riaprire la rateazione per i contribuenti decaduti.

Approvato un emendamento al Decreto legge n. 113 del 24 giugno 2016, per la conversione definitiva del provvedimento occorrera’ attendere la definitiva approvazione da parte del Parlamento che dovra’ avvenire prima della pausa estiva

La Commissione Bilancio della Camera ha approvato, nel corso della seduta del 18 luglio 2016, un emendamento (allegato) per riammettere alle rateizzazioni i contribuenti decaduti da precedenti piani.

In particolare, l’emendamento approvato prevede:

  • al comma 1 che i debitori che sono decaduti, alla data del 1° luglio 2016, dalla rateizzazione prevista dall’articolo 19, commi 1, 1-bis e 1-quinquies del D.P.R. n. 602 del 1973, n. 602, indipendentemente dalla data in cui la medesima è stata concessa, possono nuovamente rateizzare, sino ad un massimo di 72 rate, elevabili nei casi previsti dall’attuale normativa, l’importo anche se, all’atto della presentazione della richiesta, le rate scadute non siano state integralmente saldate. La nuova richiesta di rateazione deve essere presentata entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge n. 113 del 2016. Dalla nuova rateazione concessa si decade a seguito del mancato pagamento di due rate anche non consecutive;
  • al comma 2, che la possibilità di rateizzare nuovamente il debito tributario (una volta decaduto il piano di rateazione concesso), se all’atto della presentazione della domanda le rate scadute sono integralmente saldate, è data anche alle dilazioni concesse, a qualsiasi titolo, in data antecedente al 22 ottobre 2015, data di entrata in vigore del decreto legislativo 24 settembre 2015, n. 159. La disposizione contenuta nell’articolo 19, comma 3, lettera c), del D.P.R. n. 602 del 1973, prima della modifica prevista dall’emendamento, si applicava solo in relazione alle dilazioni concesse a decorrere dalla suddetta data;
  • al comma 3, che il debitore decaduto in data successiva al 15 ottobre 2015 e fino alla data del 1° luglio 2016 dai piani di rateizzazione, nelle ipotesi di definizione degli accertamenti di cui al decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218, o di omessa impugnazione degli stessi può ottenere, a semplice richiesta, da presentare, a pena di decadenza, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge n. 113 del 2016, la concessione di un nuovo piano di rateizzazione anche se, all’atto della presentazione della richiesta stessa, le rate eventualmente scadute non siano state saldate.

Infine, altra positiva novità: la dilazione senza dover dimostrare la situazione di temporanea difficoltà dovrà essere presentata per i debiti fino a 60.000 euro (il limite attualmente è 50.000 euro).

La Confederazione è impegnata affinché l’emendamento approvato in Commissione venga convertito in legge.

TESTO EMENDAMENTO DILAZIONE PAGAMENTI

Arriva una novità positiva per gli imprenditori: l’Agenzia delle Entrate ha recepito le sollecitazioni di Confartigianato e mette a disposizione delle imprese un’applicazione web gratuita che permette di generare, trasmettere e conservare le fatture elettroniche.

Si tratta di un servizio applicabile sia alle fatture emesse per la Pubblica Amministrazione sia a quelle rivolte ai privati.

Il servizio è attivo dal 1° Luglio, è raggiungibile via web e presto diventerà una app per smartphone e tablet.

Autotrasportatori: definite le agevolazioni fiscali 2016.  Con comunicato stampa dell’ Agenzia delle Entrate, diffuso in data odierna, sono definiti gli importi delle deduzioni forfetarie di spese non documentate e la misura del recupero del contributo del SSN.

L’Agenzia delle entrate, con comunicato stampa del 5 luglio 2016, definisce la misura delle agevolazioni fiscali spettanti agli autotrasportatori.

Deduzioni forfetarie

Sono confermati gli importi che erano stati anticipati a Giugno 2016: per i trasporti effettuati personalmente dall’ imprenditore sono riconosciute, per il periodo d’ imposta 2015, le seguenti deduzioni forfetarie:

51,00 euro per i trasporti oltre il Comune in cui ha sede l’impresa;

17,85 euro (pari al 35% di 51 euro) per i trasporti effettuati all’ interno del Comune in cui ha sede l’ impresa.

Il comunicato fornisce anche precisazioni per la compilazione dei modelli, che prevedono l’ indicazione delle deduzioni in relazione ai tre livelli di intervento previsti per gli anni passati.

L’ Agenzia chiarisce che la deduzione forfetaria va riportata nei quadri RF e RG dei modelli UNICO 2016 PF e SP, utilizzando:

  • nel rigo RF55 i codici 43, 44 e 45;
  • nel rigo RG22 i codici 16, 17 e 18;

così come indicato nelle istruzioni del modello UNICO.

I codici si riferiscono, rispettivamente, alla deduzione per i trasporti all’ interno del Comune, a quella per i trasporti all’ interno della regione o delle regioni confinanti e alla deduzione per i trasporti oltre tali ambiti.

Recupero del contributo al SSN

E’ invariata l’ agevolazione relativa alla facoltà di recuperare, tramite compensazione in F24, i contributi versati al Servizio Sanitario Nazionale sui premi di assicurazione per la responsabilità civile.

Le imprese di autotrasporto merci – conto terzi e conto proprio – possono recuperare nel 2016 fino ad un massimo di 300 euro per ciascun veicolo (tramite compensazione in F24) le somme versate nel 2015 come contributo al Servizio Sanitario Nazionale sui premi di assicurazione per la responsabilità civile, per i danni derivanti dalla circolazione dei veicoli a motore adibiti a trasporto merci di massa complessiva a pieno carico non inferiore a 11,5 tonnellate.

Anche quest’anno, per la compensazione in F24 si utilizza il codice tributo “6793”.

Com_st_Agevolazioni_autotrasportatori_5-7-2016.pdf

Da armi per accertare una presunta disonestà fiscale a strumenti per rafforzare la compliance con l’Amministrazione finanziaria e per premiare la fedeltà fiscale e l’efficienza produttiva delle imprese. E’ la rivoluzione che Confartigianato e Rete Imprese Italia sollecitano per gli studi di settore.

La richiesta è contenuta in un documento che i rappresentanti degli artigiani e delle piccole imprese hannoconsegnato l’8 febbraio al Vice Ministro dell’Economia Luigi Casero.

Quello che Confartigianato chiede al Governo è un ritorno alle origini per gli studi, nati 20 anni fa proprio da un progetto di confronto e condivisione tra il Fisco e le Organizzazioni che rappresentano gli imprenditori. All’epoca l’obiettivo era quello di selezionare i contribuenti a rischio di evasione e offrire certezze a quelli in regola. Nel tempo, gli studi di settore sono diventati 204, una macchina sempre più complessa e sofisticata che si applica a 3.600.000 soggetti, tra imprese appartenenti ai settori manifatturiero, dei servizi, del commercio e professionisti, con ricavi fino a 5.164.000 euro.
In questi anni le continue revisioni e aggiornamenti li hanno resi capaci di fotografare la situazione fiscale delle imprese anche alla luce della crisi economica. Ma non è mancato, da parte dell’Amministrazione finanziaria, un uso improprio degli studi per fare cassa, sfruttandoli come arma di accertamento.

Ora, sostengono Confartigianato e Rete Imprese Italia, è arrivato il momento di cambiare passo. E la spinta a rivedere gli studi di settore arriva proprio dal Governo con le indicazioni di politica fiscale 2016-2018 emanate nel dicembre scorso dal Ministro dell’Economia Padoan. L’obiettivo del Governo consiste nel revisionare gli studi per renderli più efficaci e attendibili, ma al tempo stesso semplificarli e ridurne il numero.

E’ quindi l’occasione giusta, sostiene Confartigianato, per abbandonare una volta per tutte l’uso degli studi come strumento di accertamento fiscale e valorizzarli per premiare il corretto rapporto con il fisco.
In pratica, secondo la proposta di Confartigianato al Governo, gli studi servirebbero a definire una soglia minima di reddito di riferimento per ogni impresa. Il reddito prodotto oltre questa soglia godrebbe di una tassazione agevolata.

In questo modo, gli studi di settore diventeranno la chiave per ridurre la pressione fiscale sugli imprenditori e migliorare la loro capacità produttiva.

 

Gli effetti della crisi economica si sentono ancora. E allora il fisco si adegua e anche per il 2015 verranno applicati agli studi di settore quei correttivi congiunturali capaci di leggere la reale situazione degli imprenditori, nelle loro diverse specificità settoriali e di territorio.
Il via libera ai correttivi anticrisi è arrivato dalla Commissione degli esperti riunitasi il 2 dicembre con la presenza degli esponenti di Confartigianato e delle altre sigle imprenditoriali e dei vertici dell’amministrazione finanziaria.
Tra le novità emerse durante la riunione c’è anche l’accelerazione dei tempi di approvazione dei correttivi. Stavolta dovrebbero essere presentati il prossimo mese di marzo per anticipare ad aprile il rilascio del software Gerico, in tempo utile per calcolare quanto dovuto al fisco con le dichiarazioni dei redditi di luglio.
Ma i correttivi non bastano a dissipare le preoccupazioni degli imprenditori alle prese con adempimenti fiscali sempre troppo complicati. Così Confartigianato ha insistito per una drastica semplificazione dei modelli degli studi di settore. L’esigenza è quella di ridurre la mole di dati e informazioni richieste per la compilazione degli studi.
La proposta di Confartigianato ha fatto breccia nella Commissione, aprendo la prospettiva di uno snellimento dei moduli già con gli studi di settore per l’anno 2015.
L’altra novità emersa dalla riunione riguarda gli indicatori di coerenza degli studi. Confartigianato e Rete Imprese Italia hanno incassato l’impegno della Commissione a superare le criticità emerse nell’applicazione di tre indici relativi al valore aggiunto per addetto, al margine per addetto non dipendente e alla copertura dei beni di terzi e degli ammortamenti. Introdotti dall’Agenzia delle Entrate per ridurre il numero di beneficiari del regime premiale, questi indicatori non riescono a cogliere gli effetti della crisi sulle imprese e restituiscono spesso risultati poco attendibili.